In questo momento storico, in un pianeta sconvolto da venti di guerra, tra gli esseri umani si moltiplicano quotidianamente divisioni e violenze verbali, scritte o agite.
Per questo è indispensabile rimanere centrati nel nostro cuore, aprendoci alla sua intelligenza e saggezza, ben superiore a quella delle nostre menti.
Ho sentito perciò il bisogno di dare voce ad una meditazione guidata, alla ricerca di un’alternativa dentro di noi. Perché partire da noi? Perché quel senso di separazione, quel seme dell’odio e della violenza, nascono in noi e si rivolgono anche contro noi stessi, prima di scaricarsi sugli altri.
Ho tratto spunto da un post pubblicato da Valentino Giacomin. Dopo un’analisi della situazione drammatica che tocca anche bambini e adolescenti, purtroppo ispirati dalle azioni sconsiderate degli adulti, in un crescendo di frustrazione, ansia, angoscia che arriva a sfociare in atti distruttivi verso se stessi e altri, nelle ultime righe suggerisce una meditazione che usa come metafora per il “rifugio nella caverna del cuore” proprio l’archetipo dell’Arca del diluvio universale.
Certo quello di oggi, non è un diluvio da prendere alla lettera (vedi il periodo prolungato di siccità quasi ovunque nel mondo) ma come simbolo per portare nello spazio vasto del nostro cuore anche la polarizzazione delle emozioni (positiva/negativa) e lì lasciare che si integrino pacificamente.
La nostra guida interiore (qui simboleggiata da Noè) ci aiuterà ad accogliere ogni aspetto della nostra vita, passando dalla dualità all’unione. Fare questo in noi è il primo passo per superare la separazione da tutto ciò che è diverso, per un incontro profondo di comunione con l’altro, basato sull’esperienza che noi tutti siamo UNO, pur nell’infinita varietà di forme che prendiamo.
Non mi resta che augurarti buona meditazione.
“Coloro che hanno uno spirito ribelle dovrebbero solo disconnettersi, e saranno i salvatori, creeranno un’arca di Noè, saranno l’inizio di un nuovo mondo. E perché abbiamo conosciuto il vecchio mondo e la sua sofferenza; possiamo evitare tutta quella sofferenza; possiamo evitare tutte quella gelosia, tutta quella rabbia, tutte quelle guerre, tutte quelle tendenze distruttive…” Osho